IN CAMMINO CON IL SANTO
Una straordinaria via di pellegrinaggio
“Il Cammino di Sant'Antonio” è uno degli itinerari di pellegrinaggio ‘a piedi’ o ‘in bicicletta’ (mountain-bike) più interessanti e ricchi di storia e spiritualità oltre che di grande interesse naturalistico e paesaggistico della nostra bella Italia.
Ogni anno è percorso da tanti pellegrini e devoti, sia italiani sia stranieri che, zaino in spalla, ricalcano le orme del Santo, toccando alcuni luoghi segnati dal suo carismatico passaggio.
Il Cammino di Sant'Antonio si compone di 22 Tappe
* La tappa Nr 1, un breve tratto di 23,5 Km è chiamata “L'Ultimo Cammino” e conduce i pellegrini dai Santuari Antoniani di Camposampiero (Pd) fino alla Basilica del Santo in Padova passando per il Santuario dell'Arcella, rinnovando in tal modo i passi del Santo nell’ultimo giorno della sua vita terrena.
* Dalla Basilica del Santo è possibile poi ancora proseguire per altre 21 tappe verso la grande pianura in direzione Rovigo, Ferrara e Bologna e, attraversando l’appennino Tosco-Emiliano e giungere al Santuario della Verna (AR) luogo di ripetuti soggiorni e passaggi del Santo.
Per comprendere meglio il cammino stesso, può essere utile qualche accenno all’avventurosa vicenda del giovane Ferdinando, nobile portoghese, che giunge in Italia come frate Antonio nel 1221. Figlio primogenito di un’importante casata, decide giovanissimo di non avviarsi alla carriera delle armi, ma di entrare nel monastero agostiniano di Coimbra, dedicandosi allo studio e alla preghiera, diventando così sacerdote.
Alla notizia del martirio di alcuni frati francescani in Marocco, aderisce all’Ordine Minoritico col nome di frate Antonio chiedendo di essere inviato anch’egli fra gli infedeli, desideroso di dare la vita per Gesù e il Vangelo. Colpito da malaria, mentre fa ritorno per mare verso la patria, una terribile tempesta lo getta naufrago e profugo sulle coste della Sicilia.
A piedi risale l’Italia giungendo ad Assisi dove al capitolo delle stuoie di lì viene inviato in un piccolo convento dell’Appennino forlivese, Montepaolo. Qui per un anno si dedica alla preghiera, al silenzio e ai lavori più umili. Ben presto la Provvidenza ne rivelerà gli straordinari carismi di predicatore e oratore che lo rendevano in grado di suscitare il desiderio di ascolto e incontro.
Per questo frate Antonio sempre viaggia e cammina, desideroso di annunciare ovunque il Vangelo, predicare la pace e la giustizia, visitare ed esortare i frati. Su mandato del papa si reca in Francia per circa due anni contrastando con l’esempio e la parola i fermenti ereticali di quella terra.
La sua presenza è successivamente documentata in molte città e paesi del centro e nord Italia: Roma, Spoleto, Assisi, La Verna, Forlì, Ferrara… A Padova sosta in varie riprese dal 1229. In questa città, che lo adotterà per sempre, riappacifica fazioni contrapposte, predica contro gli usurai e i soprusi dei potenti, difende i più deboli e poveri, intercede per la liberazione dei prigionieri, conduce a conversione i peccatori.
Il dono della visione del Bambino Gesù, lo accompagna nei suoi ultimi giorni a Camposampiero. Da qui, malato e sofferente, compie anche il suo ultimo pellegrinaggio verso Padova, dove muore il 13 giugno del 1231 a soli 36 anni. Dopo undici mesi, con la conferma di strepitosi miracoli, viene proclamato santo: il Santo!
Il cammino metafora della vita
“Il Cammino di Sant’Antonio” si inserisce nella grande tradizione francescana dell’itineranza, dell’andare, dell’annunciare, testimoniata dal Poverello di Assisi e fatta propria dal Santo e, nei secoli successivi, dal pellegrinare “a piedi” di tanti frati e devoti che accorrono alla sua tomba e sui luoghi segnati dal suo passaggio.
Si tratta di un gesto di devozione e di grande carica spirituale mai venuto meno, nonostante i mutamenti storici e il cambio delle sensibilità.
Vi è però anche il desiderio dell’uomo contemporaneo di riappropriarsi del tempo con ritmi più lenti, di prestare ascolto ai richiami dell’anima, di gustare spazi e modalità di vivere in maggiore semplicità e libertà, di condividere esperienze di essenzialità e bellezza immersi nella natura, di sperimentare relazioni umane più vere e dirette.
Il pellegrinaggio “a piedi”, al riguardo, offre per intero tutti questi elementi di “vita buona”, spesso dimenticati nella frenesia e nell’artificiosità di una quotidianità tecnologica e frenetica. La strada, il cammino, il pellegrinare diventano allora anche metafora della vita, esprimendo a pieno il bisogno da sempre nascosto nel cuore dell’uomo di verità, libertà, bellezza e bontà e comunione: il bisogno di Dio...
Compiere il cammino accanto alla figura del Santo, guidati e attratti da lui, è dunque regalarsi una profondissima e indimenticabile esperienza umana e spirituale.